LA VANITA’ HA CAMBIATO SEDE
Le profumerie sono vuote, vendono solo qualche matita per gli occhi.
Il calo della vendita dei cosmetici ha registrato il 25%, anche i parrucchieri sono vuoti e pure i centri estetici e gli studi dei chirurghi plastici estetici: colpa del Covid?
Certamente l’avvio è nato in quel modo, tuttavia si è immediatamente modificato nella testa delle donne un cambio repentino nel pensiero.
Siamo meno belle o in ordine? Certo che no.
Abbiamo imparato a fare molto da sole, soprattutto abbiamo cominciato a curarci in modo diverso, ci mettiamo le creme, facciamo esercizi di ginnastica in salotto seguendo lezioni su Zoom o con le amiche o con i tutorial, abbiamo buttato via le improbabili tute recuperate chissà dove, nel primo momento della pandemia, vestite in modo semplice ma attraente dedichiamo più tempo a noi stesse, esercizi che hanno preso il posto di “essere sempre belle e perfette”.
A parte le giovanissime colme di mille insicurezze, quindi naturalmente tese e occupate a dimostrare quanto valgono, le più grandi non vogliono più piacere agli altri bensì a sé stesse.
Del resto è automatico, se ti piaci, gradiscono anche agli altri.
Oltre la bellezza si cercano visioni più qualitative, più à a lungo termine, anche le diete, non sono più da tre o cinque giorni ma sono sostituite da un altro modo di mangiare tutti i giorni e coniugano gola e salute, la medicina rigenerativa con prodotti naturali e non chimici diventa un’alleata quotidiana.
In momenti di pandemia tutto assume la funzione di rituale e carezza per la solitudine e l’incertezza.
In passato i grandi contenuti in ogni ambito potevano sbizzarrirsi con travestimenti e piccole esagerazioni, oggi, i contenuti sono modesti e, per necessita di pochezza, camuffati con grandi maschere.
Ne deriva un mondo tristemente piatto e privo di stimoli, in cui va bene tutto e quindi nulla ha più valore.
Solo umiltà, comportamento sotto tono e modestia mentale? O maschere e poco contenuto?
Sembrerebbe questo il nuovo mondo ma non lasciamoci ingannare dall’iceberg, sotto la sua punta si costruiscono delle belle novità.
Il mondo non si ferma qui. È solo un passaggio.
Per fortuna la vanità ha semplicemente cambiato la sua sede, si è spostata dentro la testa, è tornato alla ribalta il “cogito ergo sum” da parte dei giovanissimi e soprattutto, molte, udite, udite: donne.
In molti campi, le nuove generazioni, quelle definite native digitali, hanno girato pagina.
Abbandonati i fardelli delle vecchie generazioni dai 50 in su, fatti di ricordi ed eccellenze passate, riti e abitudini, hanno preso di petto il futuro e lo stanno plasmando in positivo, soprattutto nel mondo della cultura, della scienza, delle ricerche e della tecnologia ,fra le tante donne impegnate in grandi cambiamenti, ne ho scelta una molto affascinante, mi ha ricordato il film “Il diritto di contare” che narra la storia vera delle donne di colore alla NASA, nel 1961, in pieno clima guerra fredda, relegate in stanze separate dagli altri e in clima ostile, le quali hanno permesso grazie al loro entusiasmo e alla perfetta conoscenza della matematica e alle loro doti di geometria analitica, il primo lancio nello spazio, guidate dall’afroamericana Katherine Johnson e dalle sue colleghe Mary Jackson e Dorothy Vaughan.
Sono trascorsi 50 anni, oggi la scienziata italiana Anna Grasellino sposata e con tre figli piccoli, laurea in ingegneria elettronica a Pisa e dottorato all’Università in Pennsylvania, è stata scelta per guidare a Chicago il gruppo di circa duecento persone che si occuperà del primo computer quantistico, una macchina rivoluzionaria. Cinque anni per creare un computer in grado di capovolgere il mondo che conosciamo, gettare nuove possibilità, nuovi vaccini, accelerare scoperte scientifiche, migliorare l’ambiente, svelare ciò che ancora non conosciamo sull‘universo, cancellare il confine tra l’immaginabile e il possibile.
Veline, grandi fratelli, festival sanremesi, domeniche in, talk show di inutili e gracchianti pettegolezzi di rutilanti galline, avete i giorni contati.
Che si vanti pure questo ingegnere fisico, e noi pur mantenendo le nostre capacità e i nostri progetti, lungo le coordinate che conosciamo, e l’orgoglio di ciò che siamo riusciti a fare nella nostra vita, lasciamoci portare da questa marea di giovani che finalmente sta trovando il suo modo di partecipare al mondo, entriamo nella loro scia e felici del fatto che nonostante tutto il mondo vada avanti, anche se il nostro di grandi vecchi si rimpicciolisce, possiamo godere e vantare i risultati di altri componenti del genere umano e vantarci di essere ancora qui.
Se non altro, ci saremo liberati della prova costume!