La Cicala Parlante – Compro Viale dei Giardini

COMPRO VIALE DEI GIARDINI

Quando Elisabeth Magie all’inizio del XX secolo ideò il gioco “Monopoli”, modificato leggermente poi nel 35 da Charles Darrow, gioco pubblicato nel 36 in Italia col nome originale, nato da un concetto economico, cioè il dominio del mercato da parte di un venditore unico che concesse licenza a più di 103 paesi, non lo sapeva.
759 milioni di persone ci hanno giocato ai tempi, anche noi.
I nostri genitori ci facevano sedere, a casa dei nonni la domenica, intorno al tavolo, ci davano delle “fiches” che non sarebbero mai diventate denaro, se andava bene erano caramelle che poi potevamo mangiare e si tiravano i dadi, ricordo che la più gettonata era “Viale dei Giardini”. Leggi tutto →

La Cicala Parlante – Amiamoci ma niente sesso

AMIAMOCI, MA NIENTE SESSO

C’è la guerra che ci devasta gli animi.
Ancora la guerra. Da non riuscire a crederci.
Eravamo rimasti a “mettete dei fiori nei vostri cannoni”.
Ce l’avevamo quasi fatta a finire il centenario senza, anche se guerre di potere fintamente religiose e lontane da noi europei avevano cominciato a rompere un equilibrio fragile e instabile ma pur sempre equilibrio del mondo dove cominciavamo a pensare di doverci concentrare “soltanto” sulla fine della fame, su un miglioramento della sanità e sulla vita di alcuni popoli in cui le donne erano ancora in stato di prigionia.
Invece no, siamo tornati indietro di nuovo alla guerra di confine. Vicino a noi. Contro di noi. Contro la nostra democrazia. Leggi tutto →

La Cicala Parlante – Anty Pansera e le sue 494 donne

ANTY PANSERA E LE SUE 494 DONNE

Vi ricordate il film “Il diritto di contare” di Theodore Melfi tratto dal libro di Margareth Lee Shetterly, in cui si narra la vera storia della matematica afroamericana Katherine Johnson che collaborò con la NASA e grazie alla quale, la missione spaziale Apollo decollò?
Si ridava a una donna mai nominata il giusto posto con tanto di nome e cognome.
Anty Pansera critica e storica del design mette in piedi un’operazione simile con il suo nuovo libro “494 Bauhaus al femminile”.
Il libro si presenta come una ricerca archivistica approfondita e un‘analisi storica intorno alle ragazze che hanno lavorato nel mondo Bauhaus dal 13 al 33: 494 appunto, e di cui non si era mai sentito parlare, donne che in soli 14 anni hanno saputo lasciare un segno indelebile nella cultura del progetto divenuto mondiale. Leggi tutto →

La Cicala Parlante – L’Arte di fare Regali

L’ARTE DI FARE REGALI

Abbiamo da poco passato il Natale, un Natale strano e pieno di malati con poche possibilità di incontri, viaggi, spostamenti, visite.
Ma è stato comunque un momento in cui pensare agli altri.
Anche solo per lasciare dietro una porta infettata un pacco che portasse momenti di gioia o divertimento per i bambini
Il regalo è uno di quei gesti significativi che si possono fare all’interno di una relazione qualunque essa sia.
Un gesto che contribuisce ad allacciare un rapporto sempre più stretto oltre che a farti dare un appellativo.
La zia dei bei regali, lo zio da braccino corto.
Non dipende del valore dell’oggetto. Leggi tutto →

La Cicala Parlante – Nella generazione zainetto è tornata la vestina

NELLA GENERAZIONE ZAINETTO E’ TORNATA LA “VESTINA”

Era rimasta nei nostri occhi di bambine l’immagine del vestito a ruota di Marilyn Monroe che girava e volava al vento proveniente da una grata sopra i sotterranei della città.
Mito per padri e fratelli maggiori.
Ma soprattutto avevamo negli occhi(e nel cuore e nell’inconscio) l’immagine dei vestiti neri di seta a pois bianchi delle nostre nonne, ancora di più quelli delle nostre mamme a fiorellini, fiori grandi, a righe, a disegni, quelle vestine leggere che profumavano quando ci abbracciavano o che svolazzavano quando ci correvano incontro fuori dalla scuola, gli “chemisiers”, (già il nome vola dolcemente come una farfalla) con i loro bottoncini e la vita che si stringeva, ben lontani ancora dai camicioni informi degli anni a venire.
In seguito, le nostre vestine, prima da bambine con il plissettato ovunque e i colletti bianchi di batista e poi da più grandi, seguendo dei modelli della sarta o addirittura disegnando noi alcuni dettagli.
Ricordo, avevo già allora la mania delle tasche e non esisteva alcun abbigliamento femminile con le tasche, a parte i cappotti e le giacche, mi ero fatta fare un abito da ballo di seta con le tasche e poi alla festa avevo riscosso un grande successo, (forse avrei dovuto fare la stilista).
Non c’erano i grandi stilisti e nemmeno il “pret à porter” o Zara o H&M. Leggi tutto →