LE FORMICHE SALTATRICI E IL TACCO 12.
Entravo in stazione per tornare a casa, un signore invece ne usciva, messa una mano in tasca l’ha poi portata alla testa, l’occhio sbarrato vuoto ma pieno di disperazione, a fior di labbra: “il telefono….”
Chiaramente l’aveva dimenticato sul treno.
Non aveva più una vita, la vita ce la mangiano i telefoni, la inglobano tutta.
Mentre sotto il suo sguardo perso la mente pensava cosa fare, io avrei voluto avvicinarlo, dargli il mio telefono per chiamare o avvertire l’unico numero che ricordava a memoria, confortarlo, non farlo sentire solo nella sciagura.
Sono sempre stata così, invece non ho fatto nulla, perché subito ho pensato che avrebbe potuto prendersi il telefono e scappare.
E me ne sono andata dicendomi che era adulto e se la sarebbe cavata.
Poi mi sono pentita. Leggi tutto →